Banche fallite: facciamo chiarezza!
In questi giorni imperversa sui giornali, sulle televisioni, alla radio e sui social network la vicenda del crack di Banca Popolare dell’Etruria, Banca Marche, di CariFerrara e CariChieti.
Quello che ha colpito di più gli italiani è stato il fatto che migliaia di piccoli risparmiatori (azionisti e/o sottoscrittori di obbligazioni subordinate delle banche stesse) sono stati coinvolti personalmente tramite l’azzeramento o quasi dei titoli di cui sopra.
Oggi, anche a causa degli eccessivi allarmismi di alcuni media e di articoli apparsi sui social, la paura più grande è quella di perdere i tutti i risparmi depositati nelle banche.
Non è il caso di allarmarsi eccessivamente e di presentarsi allo sportello della propria banca per ritirare tutti i soldi, come ho sentito dire da qualcuno!
E’ opportuno, invece, fare chiarezza sulla vicenda, sulla situazione del sistema bancario italiano e su quello che potrebbe accadere dal 1° gennaio prossimo al momento dell’entrata in vigore della legge sul Bail-in.
In questa intervista simulata ho cercato di rispondere alla principali domande che tutti noi ci siamo posti nelle ultime settimane.
Innanzi tutto cos’è il Bail-in?
Si tratta di una legge approvata dall’Unione Europea più di due anni fa che stabilisce come il salvataggio delle banche a rischio di fallimento non sia più a carico dello Stato, e quindi di tutti i cittadini, ma coinvolga gli investitori privati a partire dalle azioni, per passare poi alle obbligazioni subordinate, ai crediti non garantiti (quindi anche le obbligazioni ordinarie) ed infine ai depositi oltre la soglia dei 100.000€, con il principio che si passa da una categoria ad un’altra solo in caso non ci sia stata abbastanza copertura dalla categoria precedente.
Cosa potrebbe succedere dal 1° gennaio prossimi e quali sono gli investimenti che potrebbero essere coinvolti nel Bail-in?
Questo articolo di Camilla Conti pubblicato sul sito del Il Giornale vi spiega cosa potrebbe accadere; se non avete voglia di leggerlo tutto vi basta sapere che il rischio maggiore cadrebbe sulle azioni e sulle obbligazioni non garantite della banca in difficoltà, i conti correnti e i conti deposito sono garantiti fino a 100.000€.
Tutti gli investimenti non direttamente collegati alla banca, come ad esempio i titoli di Stato, i titoli di altre banche o di società, i fondi comuni di investimenti, le assicurazioni, i fondi pensione ecc. non corrono nessun pericolo specifico in caso di bail-in.
Come posso fare per sapere se la mia banca è sicura?
A questa domanda ho già risposto in questo articolo sul mio sito nei giorni scorsi, in buona sostanza esiste un parametro, il Core Equity Tier Ratio 1, che serve per individuare qual è la solidità delle banche. Il valore minimo stabilito dall’Europa e pari al 10%; al di sopra si può stare abbastanza tranquilli. Ovviamente più il valore è elevato e meglio è.
Qui sotto trovate una tabella riassuntiva presa dal sito “Rischio Calcolato”.
Ho sentito dire che ci sono altre banche in difficoltà; quali banche sono?
Questo è l’elenco che si può trovare sul sito di Banca d’Italia degli istituti di credito in amministrazione straordinaria.
Si può notare come si tratti di realtà relativamente piccole e in questa situazione ormai da più di un anno, non solo da ieri.
Il sistema bancario italiano è a rischio?
Il sistema bancario italiano non è a rischio, le banche italiane sono mediamente solide e sicure anche più di alcune banche straniere. A dimostrazione di questo c’è il fatto che dal 2008 ad oggi lo Stato italiano non è praticamente dovuto intervenire per il salvataggio delle proprie banche come potete notare dalla tabella qui sotto.
A proposito di questa domanda vorrei farvi ascoltare l’intervento alla trasmissione radiofonica “La Giungla” di radio 105 rilasciato di Fabio Pavesi, giornalista de Il Sole 24 ore. Clicca qui!
Dura una decina di minuti, ma è molto interessante.
Per chi non ha voglia di ascoltarlo tutto incominci dal minuto 6.
Per chi ha invece una mezz’ora di tempo a disposizione consiglio questo video della trasmissione “Partita doppia” di Milano Finanza.
Bene, ora ho le idee un po’ più chiare; ma cosa devo fare per difendere i miei risparmi?
Partendo dal presupposto che la maggior parte delle banche italiane è sicura e dopo aver verificato che la banca alla quale si è deciso di affidare i propri risparmi è tra queste, è assolutamente necessario dedicare del tempo ai propri investimenti.
D’altronde, se quando dobbiamo cambiare automobile ci prendiamo tutto il tempo che occorre per scegliere il modello, le caratteristiche e gli optional in base alle nostre necessità, per quale motivo non dovremmo fare lo stesso con i nostri risparmi?
In fin dei conti ci stiamo occupando del nostro futuro e del futuro dei nostri cari.
Come dico sempre a chi mi chiede consigli sugli investimenti, la cosa più importante è sapere quali sono i propri obiettivi di vita, le proprie esigenze e bisogni ed in funzione di questi decidere come pianificare gli investimenti stando sempre attenti ad evitare l’eccessiva concentrazione in pochi strumenti.
Più si diversificano i propri risparmi e meno rischi si corrono.
Forse alcune delle persone che oggi piangono la perdita dei propri risparmi non hanno seguito o non son state consigliate a dovere nel seguire questa fondamentale regola.
Concludendo posso dire che, a parte l’episodio di queste quattro banche, il sistema bancario italiano resta uno dei più solidi in Europa.
Con tutti il rispetto per le persone che hanno perso i propri risparmi, non mi sembra il caso di fare troppi allarmismi, bisogna ricordare che a volte i media enfatizzano eccessivamente delle situazioni per creare maggior audience.
Per tutelare i propri risparmi è sufficiente, ma anche necessario, seguire alcune semplici regole che un intermediario corretto e competente deve ricordare sempre alla propria clientela.